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Potnia Theron – Signora degli animali

Potnia Theron – Signora degli animali.

Potnia Theron

“Signora degli animali”, ovvero Potnia Theron, fu la dea più importante e incontrastata dei popoli del Mediterraneo nell’Età del Bronzo. E’ raffigurata nuda e talvolta alata, spesso affiancata da animali che in gran parte delle rappresentazioni tiene vicino a sé afferrandoli con entrambe le mani per le orecchie, per la gola o per le zampe posteriori, mentre in altre occasioni viene raffigurata in piedi sul dorso di uno di essi: in entrambi i casi è chiarissimo il significato simbolico relativo al suo potere di sottomettere le forze più selvagge della natura.

La Signora delle fiere, espressione della forza primordiale.

Potnia grecaQuesta divinità è espressione della potenza istintiva, della vita selvatica dei boschi, e, risalendo alle origini, essa non è assimilabile a un concetto agricolo o materno dell’elemento femminile, espresso più dalla Dea Madre o dalla Demetra del grano. Potnia Theron trova invece la sua manifestazione nella natura selvaggia e primordiale, che convive con gli animali da caccia, le belve feroci e la vegetazione spontanea.

Mutazione di Potnia in altre divinità.

Artemide Efesia

Artemide Efesia

In epoche successive la connotazione della Potnia cambiò al mutare della società dei popoli del Mediterraneo: da cacciatori e raccoglitori diventarono allevatori e coltivatori. I suoi attributi vennero frantumati e nella religione greca suddivisi tra Rea, Demetra, Era, Afrodite, Artemide e Atena. Negli  ultimi due casi, tenendo conto della verginità di queste dee, ci troviamo di fronte ad una “de-sessualizzazione” della divinità, come conseguenza di un nuovo concetto. La maternità, invece di essere legata alla copulazione come sarebbe logico aspettarsi, è legata alla verginità.

                                               Le dee vergini.

Isis allatta Horus

La dea Isis allatta Horus

Le dee vergini considerano la verginità un privilegio e si difendono e si vendicano ferocemente degli uomini che tentano di deflorarle. Afrodite non fu una vera dea-Madre e anche Era, la regina degli dei, era più associata al concetto di moglie che di madre. I greci non solo separarono le due funzioni, quella di madre e quella di moglie, ma le resero antitetiche: la maternità venne associata alla verginità.

Atena, Artemide, Persefone: le prime due rimasero vergini e diventarono Grandi Madri, mentre la terza fu deflorata, e divenne dea degli Inferi, cioè dei morti anziché dei vivi. L’equazione diventa immediata: verginità = maternità = vita, mentre invece deflorazione = morte.

Maria allatta Gesù

Maria allatta Gesù

     Atena e Artemide, vergini e “Grandi Madri”.

Atena era considerata Parthenos, vergine, ma veniva invocata nello stesso tempo anche come Meter, madre. Anche la Grande Madre degli Dei dell’Asia Minore veniva denominata dai greci ”La Grande Artemide”. L’Artemide di Efeso era rappresentata con numerose mammelle ed era denominata Artemis Polymastos, la madre universale che allatta l’intera umanità.

Il concetto di vergine-madre venne diffuso attraverso il culto di Iside dall’Egitto al mondo romano, per poi essere sostituito dal culto di Maria nel mondo cristiano.

 

 

Bibiografia essenziale:

Rigoglioso, Virgin Mother Goddesses of Antiquity, Palgrave Macmillan 2010

B.C. Dietrich, The Origins of Greek Religion, Walter De Gruyter Inc. 1974

Auset, The Goddess Guide: Exploring the Attributes and Correspondences of the Divine Feminine, Llewellyn Publications 2009

Susan Deacy, Athena, ebook 2008

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