Leucolea, la rara oliva bianca e l’olio di Krisma

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Leucolea, la rara oliva bianca e l’olio di Krisma

leucolea

Il colore candido della leucolea

Leucolea, la rara oliva bianca

La leucolea è probabilmente poco conosciuta, ma l’ulivo, uno degli alberi-simbolo della Calabria, non smette mai di stupire. È recente la scoperta della presenza nella regione della rarissima cultivar «leucolea» [Olea leucocarpa], che dà olive assolutamente candide.

Varietà quasi perduta

Infatti pochi decenni fa nel territorio di Ferruzzano (RC), in un’area agricola abbandonata, fu notata una pianta di ulivo che produceva frutti color avorio. Si cercò nei territori limitrofi e furono individuati altri esemplari a Bianco (RC), non distanti dai ruderi della chiesetta bizantina di San Mercurio. Successivamente anche a Mammola (RC), in un’aera che era stata pertinente al monastero di San Nicodemo.

La presenza della leucolea è stata riscontrata nelle vicinanze di poderi che appartenevano un tempo a monasteri basiliani, particolarmente diffusi in Calabria tra il VII e il X secolo d. C.

Anche a Saracena (CS) furono trovati due esemplari centenari nell’orto che era appartenuto al convento dei Cappuccini. Grazie ad illuminati olivicoltori e agronomi, la varietà di questa oliva è stata salvata e riprodotta con nuovi innesti, riportandola a nuova vita.

Come riportano le fonti storiche, i monaci basiliani all’epoca diedero un forte impulso ad alcune coltivazioni e probabilmente curavano questi ulivi per utilizzarli nelle loro attività.

Utilizzo in ambito sacro

Grappolo di olive bianche

Il chiarissimo olio della leucolea, infatti, veniva chiamato anche «olio del crisma».

Era impiegato nelle funzioni religiose per ungere i sacerdoti e le alte cariche imperiali bizantine e nelle cerimonie per l’incoronazione degli imperatori.

Era soprattutto usato come olio sacro nelle funzioni religiose come il battesimo, la cresima e l’unzione degli infermi.

Inoltre, il prezioso olio della leucolea, se bruciato, produce pochissimo fumo e perciò veniva utilizzato anche per alimentare le lampade nei luoghi sacri.

Nel 2011 una delegazione dalla Calabria portò nella Santa Sede un esemplare di leucolea proveniente da Ferruzzano per essere messo a dimora nei giardini vaticani.

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